Grazie a Simone Gesi, l’Unicusano Livorno Rugby ‘ha fatto tredici’. Tanti sono i giocatori livornesi, rugbisticamente nati nel club biancoverde, capaci di indossare la maglia più ambita, quella della nazionale maggiore. L’ala delle Zebre Simone Gesi, classe 2001, che ha collezionato un cap contro la Scozia, a Murrayfield, nell’edizione 2023 del ‘Sei Nazioni’, figura nella lista dei 30 convocati dal ct Gonzalo Quesada per l’imminente raduno di Roma, previsto in preparazione del nuovo ‘Torneo delle Sei Nazioni’. Guarda caso l’esordio degli azzurri in questo 2025, il primo giorno di febbraio, è in programma proprio contro la Scozia, in trasferta. In ordine cronologico, prima di Simone Gesi – peraltro nipote, figlio e fratello d’arte – hanno giocato in azzurro, partendo dal Livorno Rugby, Franco Mazzantini (pilone-terza linea, 3 caps tra il 1965 e il 1967), Romano Sciacol (apertura-centro, 1 cap nel 1965), Fabrizio Gaetaniello (estremo, 39 caps tra il 1975 e il 1983), Fabio Gaetaniello (centro, 30 caps tra il 1980 e il 1991), Marzio Innocenti (terza linea, 42 caps tra il 1981 e il 1988), Massimo Goti (1 cap nel 1990), Leandro Manteri (4 caps nel 1996), Gianluca Guidi (mediano di mischia, 6 caps tra il 1996 e il 1997), Andrea De Rossi (terza linea, 34 caps tra il 1999 e il 2004), Matteo Mazzantini (mediano di mischia, 9 caps tra il 2000 e il 2003), Diego Saccà (ala, 1 cap nel 2003) e Federico Mori (centro-ala attualmente al Bayonne, per lui 12 caps ed esordio azzurro nel 2020). Da sempre l’ottimo lavoro svolto nel proprio vivaio dal Livorno Rugby produce giocatori di altissimo livello. Oltre ai succitati giocatori, tanti altri rugbisti nati e cresciuti, a livello sportivo, nel club labronico delle Tre Rose, hanno poi realizzato mete di grandissimo prestigio, anche nelle nazionali giovanili. Merito della scuola biancoverde, merito degli allenatori biancoverdi e merito del carattere tipicamente livornese. George Coste, il tecnico francese che ha guidato l’Italia dal 1993 al 1999, lo sottolineava sempre: «Il livornese ha più di ogni altro il carattere per praticare questo sport, fatto di coraggio, di determinazione e di forza, ma anche di generosità, creatività e spirito di amicizia». Coste, con la sua opera, ha consentito all’Italrugby di compiere un importantissimo salto di qualità. Grazie ai risultati ottenuti in quegli anni, gli azzurri hanno guadagnato, sul campo, il diritto di partecipare al torneo più importante dell’emisfero boreale: quel prestigiosissimo ‘Torneo delle Cinque Nazioni’ che, proprio con l’ingresso dell’Italia, è diventato, dal 2000, ‘Torneo delle Sei Nazioni’. Nelle fila azzurre di quella seconda parte degli anni ‘90, si era messo in luce Gianluca Guidi, che poi ha iniziato una splendida carriera da allenatore e da questa stagione, dopo ben 23 anni, è tornato nel ‘suo’ Livorno Rugby. All’ex mediano di mischia è stato affidato l’incarico di ‘director of rugby’, di coordinatore di tutte le rappresentative, dalla prima squadra – che tornerà in campo il 19 gennaio, nel big-match casalingo con l’UR Firenze – alle realtà giovanili e propaganda. «Quel commento di Coste – dice lo stesso Guidi – deve essere per noi un punto di riferimento e anche un punto di arrivo. Nel periodo nel quale era il tecnico della nazionale maggiore, ha trascorso molto tempo a Livorno, per la vicinanza con il quartier generale del Centro CONI di Tirrenia e per la volontà di lavorare con una squadra, quella biancoverde, che per il gioco espresso stava stupendo tutta l’Italia. Ecco, dobbiamo tornare ad essere quello: un riferimento anche per l’allenatore della nazionale attuale».