Quella del Petrarca Padova è una delle grandi regine del rugby italiano. La società patavina è stata fondata nel 1947 e, con la sua prima squadra, milita dal 1949 nella massima serie. All’attivo dei bianconeri veneti 15 scudetti, l’ultimo conquistato nel 2024. Nella propria lunga e gloriosa storia, per i petrarchini, c’è anche un ‘piccolo neo’, che si intreccia con il miglior traguardo di sempre del Rugby Livorno: nella stagione di serie A1 1989/90, concluso con i biancoverdi labronici al sesto posto (con tanto di ingresso nei playoff scudetto), i padovani giunsero solo settimi e furono costretti ai playout salvezza. I neo-promossi livornesi erano allenati dall’indimenticato Marco Bollesan e potevano contare su un’ottima squadra, diretta, in regia, dalla talentuosa coppia mediana composta da Gianluca Guidi (che a 21 anni esordì in quella stagione nella massima serie) e David Knox (l’apertura australiana peraltro in grande evidenza in precedenza proprio nel Petrarca).
IL GRANDE ENTUSIASMO. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Il rugby è profondamente cambiato: fare confronti, a livello tecnico, con le situazioni dell’epoca sarebbe fuori luogo. Il parallelo tra due annate distanti, l’una dall’altra, ben 36 anni, può essere proposto con situazioni morali simili e con il ‘contorno’, al clima di grande entusiasmo. In quell’annata-record 1989/90, nella quale altenavano i propri impegni interni tra lo stadio ‘Armando Picchi’ e il campo di via dei Pensieri, non ancora intitolato a Carlo Montano, i biancoverdi avevano l’appoggio di un grande pubblico, con una città pronta a sostenerli. Stessa atmosfera che si sta respirando in questo periodo. Gli ottimi risultati, la promozione in A1 e, soprattutto, il progetto legato ai giovani sta consentendo di avvicinare al club un numero sempre maggiore di appassionati. I tanti (e calorosi) supporters che hanno seguito la partita di domenica scorsa con il Verona, testimoniano l’affetto nei confronti di una compagine che con orgoglio difende la propria ‘livornesità’. Viene naturale, per gli sportivi, identificarsi in tale squadra.
SECONDO IMPEGNO. Nella seconda giornata del campionato di A1 (o serie A girone 1 che dir si voglia), questa domenica alle 14:30, l’Unicusano Livorno Rugby riceverà la visita del Petrarca Padova cadetto , ottima realtà della categoria, ma formazione che non può ambire ai playoff promozione, data la presenza della sua prima squadra in A Elite. Designato il direttore di gara modenese Pasquale Picheo. Se il Petrarca cadetto chiuderà la regular season sul podio della graduatoria, accederà ai playoff la quarta classificata. I patavini, nell’anticipo del primo turno, sabato scorso, hanno perso in casa con il Parabiago. 12-28 il risultato (primo tempo 5-14).
SEMPRE AL MASSIMO. Tutto lascia supporre che il Petrarca cadetto sia destinato a ripetersi sui livelli espressi nella scorsa annata, quando giunse sempre in questo girone nazionale di serie A in quinta posizione, a pari merito con il CUS Torino. Squadra quadrata, temibile, completa, ma che probabilmente ha qualcosa in meno rispetto alle grandi favorite (Verona, Parabiago, CUS Torino; attenzione però anche al Calvisano). L’Unicusano Livorno, con i suoi giovani, deve pensare solo a sè e a dare il massimo, indipendentemente dal valore degli antagonisti. Ogni incontro deve essere affrontato come una finale. Sono vietati calcoli e proiezioni.
INTENSITA’, GRINTA, MA NON SOLO. I biancoverdi, contro il Verona, hanno evidenziato – e non è stata certo una sorpresa – carattere e grinta da vendere. Ma attenzione: sarebbe riduttivo indicare tra le qualità dei livornesi solo quelle di carattere agonistico. L’Unicusano Livorno, che con gli scaligeri ha perso, a testa altissima, 29-37, può contare su giocatori validi a livello tecnico e anche fisico-atletico. Tutti i reparti possono contare su carismatici uomini-faro, che stanno svolgendo nel modo migliore il compito loro richiesto: aiutare nella crescita i tanti giovani ed affiancarli in ogni momento della gara. Con il Verona i labronici hanno ottenuto un punto e avrebbero meritato qualcosa di più, ma l’obiettivo stagionale va oltre il piazzamento che si registrerà al termine della regular season. L’obiettivo è quello di rafforzare il progetto: la ‘livornesità’ deve diventare il punto di forza di un gruppo con precisi valori morali, destinato ad aprire un lungo ciclo. Quella stessa ‘livornesità’ incarnata in tanti momenti esaltanti nella storia quasi secolare del club.