‘Gesi S. e Gesi A.’: nel lungo lasso di tempo tra le stagioni 1980/81 e 90/91, vissute dal Rugby Livorno tra serie A, B, A2 e A1, era d’obbligo, per il cronista, indicare nel tabellino e nella cronaca delle varie partite, l’iniziale del nome di battesimo dei fratelli Gesi (Stefano ed Andrea), figli di Silvano, a sua volta ‘storico’ giocatore (seconda-terza linea) della squadra biancoverde (dal 52/53 al 62/63) e poi dirigente sportivo (per numerosi mandati presidente del comitato toscano della FIR). Stefano (terza linea e jolly) ed Andrea (trequarti centro) hanno giocato insieme quelle undici memorabili annate. E’ ora tornato d’obbligo, per il cronista, indicare (non più con la macchina da scrivere, ma con il pc, ma le posizione delle lettere ‘S’ e ‘A’ nella tastiera sono sempre l’una accanto all’altro, nella colonna centrale, a sinistra…) nei tabellini e nelle cronache delle gare, ‘Gesi S. e Gesi A.’. Il tutto serve per distinguere altri due fratelli, manco a dirlo protagonisti nel Livorno Rugby (o Rugby Livorno che dir si voglia). Si tratta di due giovanissimi (Simone è un classe 2001, mentre Alessandro è del 2003) di talento, da tempo nelle attenzioni dei tecnici federali e attivi nelle nazionali juniores. Sono i figli di Stefano Gesi e dunque incarnano la terza generazione di una famiglia che ha dato tanto (e continua a dare tanto) alla causa della palla ovale cittadina. Simone può giocare in vari ruoli del reparto arretrato, ma normalmente, in prima squadra (ha esordito neppure maggiorenne nella stagione 2018/19) è impiegato nelle delicate mansioni di mediano di apertura. Ha già messo in mostra, anche in B, sia nel suo primo anno, sotto la guida tecnica di Marco Zaccagna, sia nella sua seconda stagione – quella interrotta circa a metà per l’emergenza del Covid-19 -, con Michele Ceccherini allenatore, numeri di primo piano. Nel torneo di B 2019/20, è risultato, con nove mete messe a segno, il meta-man della squadra. Ha giocato ‘solo’ nove partite su undici (ha saltato le sfide con le rappresentative cadette del Valorugby Emilia cadetto, in trasferta, e della Capitolina Roma, in casa): media dunque per lui favolosa di una meta a gara. Simone ‘si stava dividendo’ tra prima squadra e under 18 (come ‘rientrante’): con la rappresentativa giovanile biancoverde, insieme al fratello Alessandro – e ovviamente insieme agli altri ‘rientranti’ del 2001 ed ai 2002 e 2003, tutti giocatori di sicuro spessore, in grado di garantire un domani ricco di soddisfazioni per la formazione senior – stava disputando un torneo favoloso. Al momento della sospensione della stagione, dettata dal coronavirus, la squadra labronica under 18 era prima in classifica nel girone élite di categoria del centro Italia, con un ruolino di tredici vittorie ed una sconfitta, rimediata peraltro nel turno d’esordio. Livornesi sicuri dell’accesso al girone di final eight e con concrete possibilità di lottare per qualcosa di importante (titolo italiano, secondo per importanza solo a quello dei senior?). Tra gli under 18 (allenata da un quartetto di tecnici, tra i quali anche il babbo Stefano), Simone è stato schierato apertura, centro ed estremo, mentre Alessandro è stato alternato tra i ruoli di apertura ed estremo. Tredici – come detto – le vittorie consecutive degli under 18 labronici giunte prima della sospensione. E tredici, in tutto, pure le mete realizzate dai due fratelli nel campionato élite giovanile: sette volte a bersaglio Simone, sei volte a bersaglio Alessandro. Buon sangue non mente…